CHI SONO

IL CLOWN

REGIA

TEATRO A SCUOLA

LINGUE STRANIERE

TEATRO E COACHING

COACHING ATTORI

TEATRO DELLA RISATA

PSICOMOTRICITà E COMUNICAZIONE

Laboratori di primo livello

BAMBINI
RAGAZZI
ADULTI
GENITORI


Stages

LA COMUNICAZIONE TEATRALE
GLI ELEMENTI
MOVIMENTO E MIMO
IL CLOWN TEATRALE
IL PERSONAGGIO
LE MASCHERE
L'IMPROVVISAZIONE
LA MUSICA COME COMPAGNA
• I BUFFONI
GLI ANIMALI

Stages e laboratori specialistici

Collaborazioni
Testimonianze

 

Monologhi
Corti
Spettacoli

Regie

Pedagogia

 

 

 

Galleria immagini
Domande e Contatti

NEWS

 

Il Clown

Il clown sei tu: quando perdi, quando ti perdi, quando piangi, e soprattutto quando ridi di te mentre gli altri piangono della tua sventura.
Tu sei il clown quando attraverso la maschera delle maschere: leggerai la vita senza il filtro delle ipocrisie, in modo farsesco, ma e senza riserve meno grottesco della realtà.
Il clown è una “frusta esistenziale”; per mezzo dell’energia creativa “egli” entra in modo diretto nella comune esistenza e con la forza della fantasia e della spontaneità e dell'innocenza di un bambino apre le reti della percezione.

La maschera del clown permette di ridere e di piangere di se stessi, rende massima la consapevolezza della relatività delle cose; sa cadere perchè si rialza. Questo perchè vive nell'immediatezza del presente, cambia velocemente stato d'animo, passa dal pianto alla risata, dalla gioia alla tristezza, dall'amore all'odio in un lampo.

Il clown è una contro/maschera: in essa consiste tutta la distanza tra convinzione e sentimento.
É una dissonanza, un contrasto sistematico con l’identità comune, è l’antimodello; la distruzione della maschera. Dove c’è un Io debole, ossia quella fragilità esistenziale che rende gli individui incapaci di assicurare una mediazione fluida destinata alla convivenza tra Inconscio e Super-io: il clown “gioca” il suo potere risolutivo; aiuta e ci aiuta.
Ecco il clown, dispettoso, anarchico, scomposto e scompigliante: che spezza le continuità e i ritmi logici, che si distrae e si perde, si disfà di ciò che è stato “ben composto”, che crea il contrasto forte per poi giungere alla meraviglia del chiaroscuro disordinato.
É come un “bimbo”, gioca e si perde nella fantasia che la vita gli ha donato: quel grande dono che consiste nei sistemi analogici che regolano il mondo.
In alcuni dei miei stages utilizzo la filosofia del clown soprattutto per dare un aiuto alle persone. Il clown diviene strumento di elaborazione emozionale, veicolo per l’applicazione della terapia del sorriso.
Quando qualcuno partecipa ad un laboratorio o ad uno stage sul clown è immerso totalmente su di sé; in contatto costante con la sua verità profonda. Scopre le sue qualità, il suo modo di muoversi, di parlare, i difetti fisici, la postura.... , e con distanza emotiva e libertà di essere “stupido”, riesce ad utilizzarle efficacemente in relazione con un “pubblico” .
Quasi tutte le persone con cui ho lavorato alla fine trovano il proprio clown, anche se a volte, nonostante le risate, il viaggio è intenso e assolutamente “serio”, fisico ed energetico; ma è così che si impara ad esercitare l’arte dello sbagliare.
Essere clown è riscoprire spazi, tempi, emozioni al di là delle categorie razionali, ti permette di giocare con la realtà utilizzando la maschera più piccola che c'è: “il naso rosso”.
Il lavoro sulla ricerca del proprio clown si può utilizzare in diversi contesti: clown dottori, clown terapia, clown teatrale, clown animatore, clown circense, clown in strada, ecc.
 

  Mirella Treves - P.IVA IT01962580443 - San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno AP)