Disturbo oppositivo provocatorio a scuola
Collaboro con tantissimi insegnanti che in classe hanno uno o più casi di bambini con disturbo oppositivo provocatorio. Non è per niente facile per loro!
Nonostante si appellino a tutte le strategie educative corrette che conoscono per aiutare l’alunno a inserirsi all’interno della classe con un comportamento adeguato, sono sovente demoralizzate e chiedono indicazioni e supporto a noi esperti.
Ma cosa fanno questi bambini in classe? Come sono?
Il bambino si rifiuta di seguire le lezioni o fare i compiti, risponde alle maestre, a volte da calci o ha reazioni emotive eccessive, esce di classe senza chiedere il permesso, distrae gli altri compagni, non rispetta alcuna regola di convivenza sociale.
L’insegnante si ritrova da solo, in un situazione difficilissima da gestire.
Collaborando con gli insegnanti abbiamo capito che :
- il principale obiettivo è di creare un rapporto positivo e di fiducia, in modo che il bambino si senta apprezzato e capito in ogni momento.
- gli atteggiamenti rigidi e autoritari sovente aumentano l’ostilità di un bambino con disturbo oppositivo provocatorio.
- è importante utilizzare rinforzi positivi in modo da stimolare la sua partecipazione e il suo interesse.
- individuare quali possono essere le sue abilità specifiche e promuoverle è fondamentale
- per aiutare i bambini oppositivi è utile promuovere attività di gruppo in cui si favorisca la cooperazione ed il legame con il resto della classe facendo attenzione a non incentivare la competizione.
Le doti richieste ad un insegnante con un bambino con disturbo oppositivo provocatorio sono la dolcezza, la fermezza e la pazienza considerando che l’aspetto più difficile è proprio quello del rispetto delle regole. Utile si sono rivelate essere per questo anche premi e gratifiche e l’utilizzo della “token economy”.